Quel primo giorno di autunno del 1995, 23 settembre, sabato, la Signora che tutti visita è arrivata silenziosa, con la falce. Alle spalle. Prima che uno, un solo giorno, l’uomo avesse potuto avere di riposo, riposo materiale, riposo per dedicarsi agli interessi elettivi, di studio, di affetti famigliari, interessi rimandati, “differiti” al dopo aver consolidato quei posti di lavoro, pochi, certo, in assoluto, ma tanti, per un piccolo venuto dal nulla, che onestamente aveva creato. Con sacrificio personale, personale proprio e della famiglia che si era creato.
Questa pubblicazione si rivolge essenzialmente a chi gravita nel mondo del libro, particolarmente del libro scolastico. Perché in questo ambito si è svolta maggiormente l'attività lavorativa di PIO ROMANO. Tuttavia questa esperienza può avere interesse per la generalità delle persone, e può essere occasione di riflessione per molti giovani, giovani che si trovano oggi in una situazione socio-economica non molto diversa - ne sono convinta, anche se non so cosa dicano gli storici ed i sociologi, al riguardo - da quella con la quale si è scontrata l’adolescenza di Pio Romano, nato nel 1931: cioè di “dopoguerra”, di necessità di ricostruire il sociale, di trovare una propria collocazione in questo sociale, per l’individuo, per il giovane.
Potrei sbagliare.
Allora, forse, è inutile scrivere? ed ancora di più, leggere? No. Non lo credo.
Quell’adolescente senza mezzi alla ricerca di un lavoro negli anni '50 ha lasciato, quel mattino di settembre 1995, due strutture commerciali che assicuravano 5 stipendi al mese ad altrettanti giovani, più le consulenze e le prestazioni stagionali, e soprattutto un mercato preparato.
E allora leggere può servire per andare alla ricerca di "cosa" realmente SERVA oggi, e sempre, per impostare la propria vita in maniera costruttiva.
Mi piace qui riferire un aneddoto che mi aveva raccontato una volta ed al quale faceva riferimento ogni tanto, negli anni giovanili, prendendomi garbatamente in giro, per dirmi che stavo prendendo fischi per fiaschi in un qualche ragionamento sull’interpretazione di un fatto contingente. Eccolo:
"Un ammaestratore di pulci si stava esercitando con una pulce. Faceva esperimenti. Aveva insegnato alla pulce a saltare al suo comando. Ora voleva capire come aveva fatto ad apprendere. Decide di togliere una zampa alla pulce. Poi ordina alla pulce di saltare, e quella salta. Toglie un'altra zampa. Quella salta ancora. Ad un certo punto la pulce resta con una zampa: quello ordina e la pulce salta. Toglie l'ultima zampa ed ordina di saltare. Quella non salta. Il "ricercatore" è convinto di aver capito: la pulce non salta più perché non ha sentito il suo comando e così sentenzia: le pulci hanno l'organo dell'udito nelle zampe."
Ecco, chissà: forse la lettura di una vita può aiutare qualcuno a capire perché le pulci saltano.
Prima di proseguire, desidero pubblicare di seguito la lettera che un libraio, a me sconosciuto prima del 20 ottobre 1995 (giorno in cui ho visto il fax che aveva inviato a noi per conoscenza) ha voluto scrivere al Direttore di un giornale di Roma per dare un pubblico riconoscimento all'opera svolta da Pio ROMANO. Se ne dà qui il testo integrale.
Avevo sentito la necessità di dare un commento, esso pure pubblico, a quelle parole inviandolo allo stesso giornale.
Quel giornale non ha ritenuto di pubblicare né l'una né l'altro. La lettera di Edo Scioscia è stata invece accolta da La Rivisteria nel numero di dicembre 1995.
Il commento è pubblicato nella prefazione al Catalogo edizione 1996-97 (vedi)
Le Sue mani. Quanto, quanto hanno lavorato quelle mani. Quanto hanno lavorato, quelle dita, sulla tastiera, della macchina da scrivere, prima, del computer, poi...
Aveva la maturità classica, Pio Romano, e dopo un inizio universitario in una disciplina scelta per motivi diversi dal desiderio di lavorare in quel determinato campo, la decisione di trovarsi un lavoro che potesse configurarsi come "sistemazione". Perché lavori per emanciparsi dal bisogno di ricorrere ai genitori per le spese personali li faceva da tempo. Lavori di scrittura a macchina.
Quella grande padronanza della tastiera, la velocità acquisita, gli avrebbero consentito, in seguito, di avventurarsi in quell’opera di faticosa realizzazione del Catalogo .
E così ricordo le lunghe esercitazioni con l'alfabeto Morse per i pubblici concorsi alle Poste, e le lunghe giornate delle Domeniche passate a copiare le tesi su commissione, io a dettare e lui a scrivere, con le sue dita corpose, a “battere” - perché infatti occorreva forza per pigiare - sui tasti della vecchia macchina da scrivere con il cerchietto metallico intorno al tasto, presa in affitto...
Questi lavori ha continuato per anni a farli, anche dopo sposato. Sempre, comunque, pronto a passare una nottata alla tastiera al servizio dell'amico sceneggiatore, l'ex compagno di scuola con diverso percorso, che lo chiamava, al volo, in caso di bisogno, per un film imminente, sapendo di trovare in lui un collaboratore affidabile, per la qualità del lavoro e la disponibilità al sacrificio. Retribuito, certo. Ma non tutti si prestavano, anche allora.
E le “schede”, in non ricordo quante copie con carta carbone, da completare, poi, ciascuna separatamente, con particolari dati, schede informative per conto di una agenzia di informazioni commerciali. C’era un tracciato standard, ma il testo doveva sintetizzarlo lui da appunti presi a mano dagli informatori. Tanto a scheda. Un lavoro noiosissimo, per me. Lo aiutavo come potevo, ma non sono riuscita mai ad imparare a farlo.
E intanto passavano gli anni della prima giovinezza.
Abbiamo anche tentato di avviare una copisteria. Una piccola società con due amici, altri due fidanzati. Ma il lavoro era sempre, praticamente tutto, sulle sue spalle.
Siamo al 1955.
Una delle macchine, da scrivere, moderna negli anni '50, è ancora conservata in un angolo della casa. A carrello doppio. Per i fogli protocollo ed in carta bollata. Non si poteva sbagliare.
Via Federico Cesi, a Roma, nei pressi del “Palazzaccio”, cioè il Palazzo di Giustizia. Aveva sperato in buoni affari, per quella vicinanza. Il figlio del Magistrato di Cassazione non si era vergognato di mettersi al tavolinetto del dattilografo, potenzialmente al servizio di quelli al posto dei quali forse qualcuno si era aspettato di poterlo vedere.
Non so cosa provasse, allora, il padre. La mia posizione di ragazza, l'animo e la mente piena del problema esistenziale di trovare una soluzione al “nostro” futuro, era troppo lontana da quella di un genitore di giovane uomo di 25, 26 anni. Ricordo, però, l'atteggiamento, del suocero: non ho mai sentito una critica, un rimprovero. Sentivo l'affetto, il pensiero costante. Realizzo soltanto ora che era un atteggiamento di stima, stima per quel figlio il quale non era, come poteva apparire, un figlio che aveva deluso le aspettative del padre, ma un figlio che dimostrava di avere il coraggio di vivere.
Ed ecco, come dicevo, che la storia di uno sconosciuto può essere occasione di chiarimento per una generalità di giovani.
E’ diritto di ogni giovane, di ogni individuo, realizzarsi secondo le proprie aspirazioni. Ma questo diritto va mediato, con la realtà sociale, con i doveri che ciascuno di noi ha, verso chi per noi si è adoperato, come i genitori; verso se stessi, di non lasciarsi andare, per rispetto di sé; verso la società stessa, perché non si deve essere di peso, non si deve solo usare, ma anche costruire.
E così la difficoltà, o l'impossibilità, di soddisfare le proprie aspirazioni non può legittimare l'atteggiamento disfattivo e di pretesa. Perché il diritto va conquistato. E solo si può conquistare, con l'esercizio del dovere. Questo, almeno, il mio pensiero e credo anche quello di Pio Romano, anche se non abbiamo mai teorizzato; ma le azioni parlano.
Poi la società si è sciolta.
Altra copisteria, ditta individuale, in Via Tor de’ Conti.
Fa il suo ingresso il ciclostile.
Il freddo...! Ricordo il freddo congelante di quel locale. D'altra parte, non c'erano arredi: i due tavolinetti, con le due macchine da scrivere, 2 sedie più 2 per i clienti, una sedia dietro il tavolo, diciamo scrivania, per impaginare, spillare, ecc.
Solo. Instancabile.
Lo raggiungevo il pomeriggio, dopo l’ufficio.
Anch'io ero veloce, di più, forse; avevo fatto il corso di stenodattilografia.
Una esperienza umanamente interessante, comunque, questa della copisteria.
Passavano sotto le nostre dita le stesure infinite del romanzo del vecchio pensionato, cliente già da Via Federico Cesi...; ancora ricordo il titolo: “Antonio da Celano”. Vedo come fosse ora il viso di Pio, ed il suo sorriso di affettuosa simpatia, che mi riferiva i passi più caratteristici, alcune immagini ricorrenti... il bicchiere di marsala con i taralli... chissà se è mai riuscito a farselo pubblicare, quel romanzo...
E l'anziano insegnante di canto, che redigeva le proprie memorie. Riceveva i due fidanzatini a casa sua, un vecchio palazzo ottocentesco vicino a Piazza Verdi, sede della Zecca... Ci fece entrare in camera da letto. Chissà, forse era malato... non mi ricordo più. Ma ricordo una affermazione che mi colpì profondamente, allora: “Io insegno a cantare a chi non ha voce”. E si riferiva alla musica lirica.
Voleva forse dire che “volere è potere”, come recita il vecchio proverbio? Che la costanza, l’impegno, l’osservanza dello stile di vita che necessita per conseguire un obiettivo, alla lunga vince, secondo il principio scientifico che “la funzione crea l’organo”, non solo riferito alle corde vocali, non solo alle parti fisiche del corpo, ma anche a quelle metafisiche, come il carattere, la forza morale?
Se ancora lo ricordo, forse così l'ho interiorizzato. E comunque questo stile di vita era già così, per Pio Romano, ed anche per me.
Non mancava, il lavoro, a Pio Romano. Forse perché era preciso, affidabile, E chiedeva un compenso modesto.
E si moriva di freddo. Si cercava di risparmiare, accendendo la stufetta elettrica il minimo indispensabile. La sera tornavamo con il 5. Il tram percorreva a scossoni, con lentezza esasperante, il lungo tragitto su per Via Cavour, la Stazione Termini, Piazza Indipendenza , poi... mi accorgo che non me lo ricordo più... forse perché regolarmente mi addormentavo, si partiva tardi dal negozio..., finivo con la testa sulla sua spalla, seduti vicini sulla panca di legno, e poi mi svegliava il lungo stridere dei freni nel largo cerchio che il tram faceva sui binari a Piazza Istria, il capolinea. Ed erano ormai le undici di sera. Assonnati ed infreddoliti percorrevamo a piedi il tratto fino a casa mia, e poi lui doveva camminare ancora di più fino alla sua.
Stanchi, assonnati ed infreddoliti. Ma era la nostra vita. Non scelta, forse, rispetto alle aspirazioni e le potenzialità. Forse soltanto riuscita a trovare. Ma onesta. E qui sicuramente scelta
Pio Romano era attivo e rapido nelle decisioni. "Capitano", anche nei giochi, da ragazzini, con i tanti fratelli, mi ha detto una volta la sorella.
La copisteria non decolla come sperato e la chiude.
Trova lavoro presso una casa editrice. Non so bene cosa facesse, so che una volta mi parla di una collega con la quale lavorava gomito a gomito. Giovane come noi. Una punta di gelosia, forse, ma "la signorina Gemma" si rivelerà non solo una persona seria e corretta, ma una lavoratrice di totale affidabilità che sarà sempre in qualche misura disponibile e lo conforterà con la propria precisione e rispettosa devozione. Lo chiamerà "Signor Romano" fino alla morte, avvenuta solo tre mesi prima di quella di Pio. Nubile, amava molto i bambini. Anche i nostri.
Il primo personaggio che entra nella vita e nel lavoro di Pio Romano.
Comunque nel gennaio 1960 parte per la campagna scolastica in Puglia per conto dell'editore Pegaso.
Di questo ho parlato in occasione del decennale ripercorrendo le tappe secondo le cartoline che mi spediva. Una testimonianza anche iconografica. Con una vecchia Topolino, non quella di ultima generazione all'epoca, percorreva le difficili strade innevate della Sila.
Una esperienza che gli apre un affaccio sul mondo dei rapporti tra vari editori di testi scolastici, o meglio, tra i loro rappresentanti e propagandisti.
Al ritorno, è inizio estate, ha guadagnato qualche soldo, decide di aprire un negozio di cartolibreria (all'epoca la licenza comprendeva giocattoli, articoli da regalo e per fumatori, bigiotteria). Sceglie una zona in formazione, Centocelle, estrema periferia di Roma, famiglie giovani con bambini che devono andare a scuola, poco scolarizzate.
Oggi pullula, anche di librerie che vendono libri scolastici.
La vetrina e le stigliature le costruiscono con le loro mani due dei miei fratelli, abili in manualità: sono diplomati in due diversi rami di periti industriali, scuole di creazione piuttosto recente, all'epoca, le quali prevedevano ore di laboratorio; nei primi anni cinquanta le industrie andavano a prendersi i più meritevoli, appena diplomati. Non so ora.
I miei fratelli volevano bene a me, ovviamente, ma anche a quel ragazzo di poche parole per il quale nutrivano stima. All'epoca, in verità, o almeno a casa mia, si badava ai valori dell'onestà e del sentimento. Il denaro in seconda linea.
Dobbiamo anche riconoscere, per amor di verità, che non esistevano tante occasioni, in definitiva "coercitive", come oggi, di distrazione: la TV solo in poche famiglie, ti astenevi dal disturbare; al bar per seguire un programma o al cinema per un film, ci dovevi andare apposta, non l'avevi "intrufolato" in casa a creare una attesa che poi ti senti costretto a soddisfare. La radio, si. Ma quella ti permetteva di lavorare, in qualche misura. Oggi i telefonini ti stanno addirittura addosso, con l'aggancio diretto ad un esterno globale che ti può raggiungere a tutte le ore.
Basta, ognuno può farsi una opinione sull'oggi, solo che i ragazzi, i quali non conoscono alternative esistenziali contemporanee, mi piace sappiano qualcosa di quello che ha fatto parte della vita non di antenati lontani, ma di gente, persone, che vivono oggi loro accanto. Come si fa a non domandarsi: "Ma questo nonno, prozio, vicino di casa, ottantenne che non ci si ritrova a vedere le mie foto sul network, come è arrivato ad oggi? Come faceva a vivere senza... bla, bla, bla ?"
Beh, questa lettura potrebbe stimolare la domanda e nel contempo dare la risposta. Che, a mio avviso, sarebbe: sforzandosi di costruire, sia che abbia avuto il ruolo di creatore, sia che abbia avuto quello di utilizzatore.
Nel nostro caso Pio Romano si è sforzato nel creare, ma i Suoi coevi librai si sono sforzati nell'apprendere, cambiare abitudini di lavoro e di ragionare.
Andiamo avanti.
Le campagne scolastiche dal 1960 al 1963 in questo negozietto fanno scontrare Pio con le difficoltà varie legate alla vendita, al fornire alle famiglie e/o studenti il testo esatto.
Prima cosa, interpretare la richiesta. Non c'era una banca darti delle adozioni dove poter verificare in quella determinata sezione, classe, scuola quale fosse, per ogni materia, il testo che doveva avere l'alunno. Anzi, si era anni luce lontani anche dalla uniformità, una sorta di standardizzazione, del modo di redigere gli elenchi dei testi dei quali gli alunni si dovevano provvedere prima dell'inizio delle lezioni.
Poi, mancava un repertorio generale di tutti i testi dove il libraio potesse vedere un testo, ad esempio dal titolo generico come "corso di matematica", da quale editore fosse pubblicato.
Direte: l'Autore... Calma. Commentava Pio: "arriveranno con la richiesta scritta su un francobollo:::!" Parliamo, infatti, di famiglie poco scolarizzate e di alunni che annotavano su un pezzetto di carta qualcosa dettato dall'insegnante. Un qualcosa non riconducibile ad una vera citazione bibliografica completa. Se guardiamo i vecchi elenchi di testi redatti dalle segreterie delle scuole, e quelli che ho potuto ritrovare tra vecchie carte sono già degli anni fine 70, e 80, vediamo che mancano molti dati.
Ma non gridiamo allo scandalo: io stessa, pur avendo studiato fino alla maturità classica, come Pio (infatti ci siamo conosciuti sui banchi di scuola) ed aver studiato all'università per un biennio, ed aver avuto, quindi, molti libri tra le mani - oltre quelli di letteratura varia letti di nascosto mettendo il libro aperto nel cassetto della scrivania pronta a chiuderlo e farmi vedere immersa in quello di scuola aperto sul tavolo, se si fosse avvicinata mia Madre, ah!.. peccati dell'adolescenza di allora - finché non mi sono trovata coinvolta dalla necessità di prestare attenzione a determinati dati con il lavoro di Pio, non avevo neanche badato che sul libro ci fosse scritto il nome dell'editore!!!
Anche perché i libri li comperava uno dei miei fratelli, cercandoli tra l'usato... Ricordo l'angoscia di rincorrere le pagine e gli esercizi sulla grammatica latina durante le lezioni... stesso autore, stesso titolo, solo che il libro, già di mio fratello maggiore, era edizione per il liceo scientifico ed io frequentavo il classico... Ma si cercava di risparmiare.
Questo riferimento personale per far comprendere l'importanza di dare allo studente il testo giusto e nel contempo la complessità del mercato.
Tornando al negozietto di Centocelle, 1960-1963, in verità gli affari non vanno tanto bene neanche questa volta: la concorrenza dei Grandi Magazzini per la cartoleria fa angustiare Pio per l'incomprensione della clientela: hai voglia di dire che il quaderno che colà costa meno, ha dentro meno fogli!
Giocattoli: un particolare curioso lo riferisco perché quasi divertente. Intanto ci eravamo sposati. Un grosso gatto di un peluche strano, molto folto e setoso, lo mettemmo ad estrazione per Natale. Primo Natale, 1962, lo vince la Mamma di Pio, secondo Natale, 1963, ricompriamo lo stesso gatto, ancora riffa, lo vince Mia Madre.
1964. Siamo agli inizi dell'anno. Pio decide di cambiare zona ed avvicinarsi a casa.
Rileva un negozio, stessa licenza, a Viale Tirreno. E' settembre, Antonino, poppante, nella carrozzina aspetta che soddisfi i suoi diritti mentre aiuto Pio che fa una cosa per me straziante: toglie dalla scaffalatura che sta dietro al bancone, alle spalle del venditore, gli sportelli in legno e vetri, che poteggono dalla polvere i piani e sono anche eleganti, e rende la scaffalatura a giorno.
Ma ha ragione: più pratico per velocizzare la vendita di quaderni e quanto altro.
Libri scolastici: già a Centocelle aveva iniziato a prendere contatto con altri cartolibrai per organizzarsi nell'approvvigionamento dei testi: molti distributori, il tempo è poco, le quantità molto modeste... la collaborazione consente di riunire le richieste per lo stesso distributore.
Le copie sono poche... Ricordo, di essere andata io stessa a prendere qualche testo, in un sacchetto di plastica, con l'autobus... in verità mi vergognavo; all'epoca si andava con i tacchetti, il vestitino possibilmente carino, comunque stirato, i guanti... non si usavano le scarpe sportive comode, lo zainetto sulle spalle, l'abbigliamento casual...
E Pio stesso all'inizio, quando era a Centocelle, si era accordato con un libraio più anziano che gestiva una libreria davanti casa mia, Pennasilico, rimasto poi amico, perché prendesse per lui le poche copie che gli occorrevano da un determinato distributore.
A viale Tirreno l'ambiente è più culturizzato. Le difficoltà, però, sono le stesse.
Mi dice che vuole realizzare un elenco di tutti i testi.
Non lo seguo molto sul cosa fa per reperire il materiale, ho il mio lavoro, il bambino, la casa...
E' il 1965.
Comincia a scrivere la sera, in casa, le schede in doppia copia. Un foglio extra strong formato A4 diviso in 4 parti, con la taglierina, residuo della copisteria; idem un foglio di carta velina, idem di carta carbone. Poi un foglietto di carta, uno di carta carbone ed uno di velina insieme nella macchina da scrivere: quello in carta servirà per l'elenco in ordine alfabetico degli autori, la velina idem per i titoli.
Cominciamo a litigare.
Mi scandalizzo per certe scelte: mai visto un elenco di opere, una bibliografia in fondo ad un libro, ecc., dove non si faccia distinzione tra un autore e l'altro per la stessa opera!
Ma lui è deciso e determinato: "non devo fare un'opera scientifica! Devo fare uno strumento pratico di lavoro!".
Non sapevo, all'epoca, che quello strumento da lui concepito sarebbe stato definibile, 45 anni dopo, ai sensi di legge ,"Banca dati" e che quelle originalità di catalogazione, che consideravo errori, sarebbero stati quegli elementi creativi originali proprii dell'autore che consentono oggi, a noi Eredi, di rivendicare il Diritto di Autore secondo quanto chiarito dalla Corte Europea in questi ultimi anni.
Era nato il CATALOGO .
Prima edizione 1966-67.
120 le copie distribuite su tutto il territorio nazionale.
Le schede meccanografiche.
Sono state il primo contatto di Pio con il mondo degli elaboratori elettronici.
Il numero dei clienti librai che si rivolgevano a Lui per acquistare Suo tramite i libri era aumentato.
Le schede meccanografiche, rigide, strette, di facile utilizzo per inserirle nei libri, le comperava al macero.
Era il 1970.
Aveva chiuso il negozio e si era trasferito in un appartamento con magazzino nella stessa zona, Viale Gottardo.
Aveva codificato tutti i testi con un numero, non un sistema scientifico, anche qui, comunque funzionale per riconoscere in pochi caratteri tutto un testo scolastico.
Eravamo noi (ancora lo aiutavo, la sera, santa Mamma che reggeva i bambini) con personale stagionale che la sera mettevamo il numero di codice su un lato della scheda meccanografica, sotto, il numero di copie richiesto e dall'altro lato il numero di codice del cliente. Raccolte tutte le schede, si dividevano per codice libro al fine di sapere che quantità di copie ordinare per ogni distributore.
Copiavamo da note redatte in fretta dai librai, mentre avevano in negozio i clienti che premevano, protestavano, conosciamo tutti l'assalto del momento. Non sempre riunivano le richieste dello stesso libro.
Pio consumerà anni nell'allenare i librai a "meccanizzare" il lavoro. Tra il 1973 e il 1978, quando fonda con altri tre librai la srl "I Quattro", tornando a Centocelle, fornisce ai librai clienti direttamente i codici ed essi ordineranno anche telefonicamente dettando solo numero di codice e quantità. Lo leggiamo da una pubblicità dell'epoca.
Il giorno dopo, a fine mattinata, all'arrivo dei libri, Pio li divideva e le schede si infilavano nel libro con il lato codice cliente a vista in modo che l'aiutante sapesse in quale "loculo" (cioè zona dello scaffale) dovesse collocarlo.
Alla fine, alla cassa, il cassiere doveva stare attento che le schede corrispondessero al testo ed al numero di copie richiesto.
Capito che fatica per ottenere quello che ora si ottiene con un click?
Alla cassa c'ero quasi sempre io: ero in congedo per maternità, aspettavamo il terzo figlio. Sarebbe nato il 3 Novembre.
I libri e la lettura.
Fatica, si, e il ristoro lo trovava nella lettura. Non aveva altri svaghi: no il gioco delle carte, qualche pokerino giusto alle feste di Natale (ci provò, a coinvolgermi, ma credo di essere negata per le carte... poi, il fumo di sigaretta negli occhi...! i mariti giocavano al tavolo, le mogli chiacchieravano...), no il ballo (quello mi sarebbe piaciuto; a Pio non piaceva e poi sarebbe stato difficile praticarlo in cucina o nel retrobottega... intendo dire che non c'era il tempo per andare a divertirsi), no attività sportive... aveva espresso il desiderio di imparare a guidare l'aliante, ricordo un giro con i bambini su... non ricordo più cosa, qui, all'aeroporto dell'Urbe, ma non arrivò a prendere il brevetto tanto meno a praticare lo sport: gli impegni lavorativi arrivavano uno dopo l'altro, al galoppo.
Più tardi, qualche rara puntata al laghetto artificiale di pesca sportiva a due passi da Roma. Era il tempo delle schede meccanografiche.
Così, la lettura. Era appassionato di storia, soprattuto del fascismo e del mediooriente. Faceva uno studio scientifico, ricostruendo da più fonti. Gli arrivavano i cataloghi delle librerie antiquarie. Da Lui ho sentito parlare di Curdi e di Sciiti... troppe poche volte, per imparare qualcosa.
In verità ero un poco imbarazzata quando veniva a casa mia, da fidanzati, e si metteva da una parte a leggere, attendendo che il pranzo fosse pronto. Ma a Mio Padre piaceva quel ragazzo di poche parole, serio, lavoratore. Gli andava bene così.
Lui che ha catalogato migliaia e migliaia di libri, non è riuscito a fare il catalogo della propria biblioteca... Negli anni i libri erano diventati tanti.
Leggere. E scrivere.
La Sua scrittura.
Aveva una scrittura quasi "stenografica".
Questo gli permetteva di annotare i contenuti, ad esempio il numero di codice o di quantità, con cifre "abbozzate", ma comprensibili. Analogamente per le lettere dell'alfabeto dentro le parole, di una annotazione o di altro, e di conseguenza velocizzava le operazioni. Anche questo è un elemento che gli ha consentito di far fronte alla grande mole di lavoro.
Ricordo una frase che spesso diceva: "presto e bene raro avviene". Voleva dire che è bene essere veloci, ma si deve essere precisi e poichè non tutti riescono in entrambe le prestazioni, invitava alla precisione.
A Lui il presto e bene riusciva.
I codici.
Parlo al plurale perché il codice lo aveva dato non solo ai testi, non solo ai clienti, ma anche agli Editori, distributori, scuole, ecc. Che è poi la logica per costruire un programma per elaboratore. Una forma mentis. Anche le custodie dove conservava i negativi delle foto, altro Suo interesse, oltre la lettura, in album diverso da quello delle fotografie, le aveva codificate ... Così, accanto alla foto un numero e con quello andavi a recuperare il negativo.
Questo gli ha permesso di colloquiare facilmente con l'esperto informatico per la costruzione del primo programma gestione libreria realizzato per gestire il proprio commercio: vendita libri all'utente finale e ai librai clienti.
Una prima versione: l'elaboratore, comunemente "computer" era all'epoca un mobile enorme, l'elaborazione era lenta, i risultati uscivano sotto forma di stampa su grandi fogli con i bordi bucherellati, i tabulati.
Lasciata la srl riattiva la licenza di libreria in altro negozio, di nuovo vicino casa, Via Val Maira, per esprimersi in libertà.
E' il 1978.
Il locale è molto ampio, altrettanto spazio nel piano inferiore dove immagazzina i libri. Vende vario e scolastico, al pubblico ed ai librai clienti. Il sistema ordinazione soddisfa tutti.
Realizza il programma libreria. Gli occorre un archivio dei testi e realizza una versione sintetica del CATALOGO dove introduce ulteriori scelte originali.
Nasce l' Archivio Romano .
E' sempre la stessa banca dati del Catalogo . Lo chiama Archivio perché dentro al programma elettronico gli "elenchi" di ciascuna categoria di dati, di informazioni, si chiamano archivi.
Il codice dei testi viene costruito con l'aiuto dell'informatico in modo più scientifico ed assegnato automaticamente dal sistema ad ogni nuovo testo.
E' il Codice Romano che diventa familiare ai clienti.
Il calcolatore è di nuova generazione, sono anni in cui investe forti somme in tecnologia, i tabulati si riducono in formato A4.
Ne conserviamo traccia in molte fatture, bolle, e soprattutto in poche copie rilegate di quelli che chiamò Elenchi delle adozioni di Roma e Provincia.
Nasce la Banca Dati delle Adozioni
Anche allora ancora non si parlava, fuori dai canali scientifici, a livello di librai e della gente comune, di banche dati, ma anche questa era una banca dati.
La prima raccolta delle adozioni che potesse configurarsi come banca di dati.
Assegnò codici di Sua creazione alle scuole. Quello attuale, ministeriale, nascerà una decina di anni dopo.
Curò la raccolta nei primi anni 80, poi dovette interrompere, troppo gravoso, troppo stretti i tempi per far uscire il Catalogo a stampa, aggiornare l'Archivio e curare la raccolta delle adozioni.
Saranno i clienti librai a chiedere a Pio di inserire il Codice Romano anche sul Catalogo a stampa: lo trovano funzionale per gestire gli ordini dei clienti anche a livello manuale.
Pio lo inserirà con l'edizione 1986.
L'uso del computer si sta diffondendo. Pio comincia a proporre il programma che ha creato (direi "compiuterizzato" perché in realtà la struttura del programma l'aveva creata mano mano a livello manuale quando si ingegnava a inventarsi soluzioni per automatizzare le varie fasi gestionali della vendita dello scolastico) non solo ai proprii librai clienti della vendita libri, ma anche a quelli del Catalogo , diffondendo così il sistema di vendita su ordinazione.
Accanto al programma per gestione libreria chiamato Pedone , nasce la versione per grossisti chiamata Alfiere .
Si, sono i nomi delle pedine del gioco degli scacchi. Gli piaceva, questo gioco. Però non ricordo di averlo visto giocare, tranne qualche volta da ragazzo. In casa portò una volta una piccola scatola di legno con il disegno della scacchiera all'esterno, chiusa a metà con cerniera, dentro c'erano dei piccoli scacchi di plastica con base magnetica: si poteva giocare stando in viaggio. Non mi pare abbia fatto tanti viaggi in treno...
Pensandoci bene, ha dovuto rinunciare a molti interessi che intendeva coltivare... Ma era contento di dedicarsi al proprio lavoro. E libero.
Esprimeva la Sua libertà in quelle prefazioni franche, pungenti, che accompagnavano l'uscita del repertorio. Contenevano note tecniche, spiegazioni, ma al contempo commenti: su scelte politiche che andavano ad influire sul lavoro Suo e dei librai, altre genericamente sulla vita della gente; su comportamenti di categorie di operatori della filiera libro scolastico... Ai Clienti piacevano, si sentivano, evidentemente, capiti ed interpretati.
Siamo alla metà degli anni 80.
Nuove regole non consentono di esercitare il commercio all'ingrosso insieme a quello al minuto se non a determinate condizioni. Pio conserva a Via Val Maira l'attività editoriale ed il commercio al minuto e fonda una nuova srl con uno dei fratelli Pecoriello, noti librai a Roma.
Nel 1986 entra alla Romano Libri srl nostro figlio Antonino.
I fatti ormai sono recenti.
Il mio contributo alla memoria si esaurisce. Forse debbo anche dire che c'è un'altra opera magna che ha fatto Pio, questi tre figli: Antonino, Fernando, Gianclaudio. Vabbè, come si dice? A ogni mamma piace o scarrafone suo... Scherzo. Seriamente: nella tempesta improvvisa, Antonino in testa, hanno saputo reggere il timone. Eravamo nel pieno della campagna scolastica. E' uscito regolarmente il Catalogo ed anche con delle innovazioni. E poi sempre innovazioni, prima degli altri.
Pio non ha potuto vedere quella (ndr innovazione) che Antonino aveva preparato e doveva mostrargli quel mattino.
Quel mattino del 23 settembre 1995, sabato, Gli ha tolto anche una soddisfazione che aspettava di prendersi la Domenica, quando sarebbe scattata l'ora legale: quella di dormire un'ora di più. Un desiderio modesto, in fondo. Se ne è andato così, defraudato di quell'ora tolta, a tutti, la primavera precedente.
Grazie per l'attenzione.
Annita Simoni vedova Romano (Sett.2015) |
Il Registro delle firme vuole essere uno spazio per tutti coloro che in qualsiasi modo volessero esprimere un pensiero su di Lui, ricordare un momento vissuto insieme, un aneddoto, un rimpianto per non averlo conosciuto di persona, una valutazione, anche una critica, insomma: “dire”, dire qualche cosa.
Manfrè Pasquale - Baucina (pa)
23/09/2015 00:33
Semplicemente grazie, perchè la sua intuizione ci sta continuando ad aiutare.
molyemary - RIETI
23/09/2015 00:42
Mi fa piacere ogni anno di ricordarlo anche se non l'ho conosciuto, il vostro costante ricordo è la prova del suo essere, un grande uomo.
Roberto Zaccagnini - Velletri
23/09/2015 01:12
Progressista (ma lui avrebbe fatto dei distinguo, per questo aggettivo), grande lavoratore, onest'Uomo sono tre giusti attributi tra i tanti che mi vengono in mente. E' stato il mio secondo papà, e come tale non lo dimenticherò mai. Se ci capisco di libri, lo debbo a lui. E quando mi trovo ad accumulare volumi sul banco delle "rogne", da risolvere dopo le due, le tre di notte, mi pare di essere lui. E ne sono fiero, nonostante la stanchezza. Ancora e sempre grazie!
Molly - limbiate (MB)
23/09/2015 07:34
L'amore che dimostrate,nel ricordarlo SEMPRE significa era era una grande persona un buon padre... sicuramente con polso che vi ha dato tanto e vi è rimasto tantissimo!!! Con affetto Molly
GIANNINI - ROMA
23/09/2015 07:37
UN UOMO SEMPRE GENTILE E BUONO DA LUI MAI UN RIMPROVERO ANCHE SE QUALCHE VOLTA ABBIAMO SBAGLIATO L'ORDINE
Sandro - Monza
23/09/2015 07:58
CIAO
Rossano Giovanardi - Sassuolo(MO)
23/09/2015 08:01
UN GRANDE !!!!!
Pierpaolo - Bergamo
23/09/2015 08:11
Un "piccolo" uomo dalle GRANDI idee
sorrentino liberato - boscoreale
23/09/2015 08:49
sei stato grande anche se non ti ho conosciuto ma ho avuto la fortuna di conoscere il tuo programma e ormai sono 13 che ci lavoro e grazie al tuo programma la mia e una libreria conosciuta ...
fabrizio (altrolibro) - roma
23/09/2015 08:54
un saluto a Pio.Sarei molto curioso di sentire un suo parere sulla disastrata situazione del libro scolastico...
famiglia ventura - roma
23/09/2015 09:20
lo ricordiamo con stima e ammirazione. helga, vincenzo e le loro figlie
corsi novella snc - monte urano
23/09/2015 10:05
CHE DIRE ... NON LO ABBIAMO CONOSCIUTO PERSONALMENTE MA VERAMENTE GRAZIE ALLA SUA GENIALITA'
Stefania D'Alberto - Roma
23/09/2015 10:20
Una Grande Idea da un piccolo Grande Uomo che ha rivoluzionato e migliorato la vita del libraio. Pio Romano continua a vivere nell'azienda che Lui ha fondato. Gli Eredi hanno magistralmente portato avanti il Suo lavoro. Un Grande Lavoratore. Instancabile, sempre ligio al dovere, ma che sapeva gratificarti e rendere divertente anche il lavoro più pesante.
CARTOLIBRERIA NAZIONALE -PIERO- - MATERA
23/09/2015 10:24
Quanta nostalgia e quanti ricordi affiorano nella mente nel leggere la vostra introduzione su chi è stato per anni un punto di riferimento, per quel che mi riguarda,in un contesto scolastico cartaceo. all'arrivo del catalogo per prima cosa leggevo la sua simpatica introduzione, posta in prima pagina. E' dal 1985 che mi avvalgo della vostra nobile collaborazione, ora attraverso il programma digitale.Vi assicura che ogni anno che prendo contatti con voi il pensiero va sempre al compianto PIO.
Domenico (TuttoScuola) - Borgia
23/09/2015 10:34
Certi uomini non dovrebbero morire mai!
Libreria Brigante - Lagonegro
23/09/2015 10:45
Grazie per l'aiuto che ci hai sempre dato e continui a darci.
GIULIO CESTE - EUROLIBRI - TORINO
23/09/2015 10:47
La figura di Romano Pio
è stata veramente unica nel mondo dell'editoria.
Ha fatto sempre il lavoro migliore per tutti, lasciando dopo tanti anni un bellissimo ricordo! Grazie
Staff EUROLIBRI
mancini vittore - guidonia
23/09/2015 10:52
bei ricordi vedendo la sua foto il capo è stato un grande condottiero
Simona - Latina
23/09/2015 11:28
Quanti ricordi a guardare questa foto, da bambina ho passato ore ed ore con questa immagine di te di fronte, in silenzio, spesso e chiacchierando a volte.
Sempre sognando di libri.
Grazie per esserci stato.
CARMINE BRANCAGLIONE GULLIVER SNC - SAPRI
23/09/2015 12:09
E' SEMPRE STATO IL MIGLIOR CATALOGO E CONTINUA AD ESSERLO, GRAZIE.
MICHELE PANELLA - CERVINARA
23/09/2015 12:28
UN SALUTO AFFETTUOSO AL GRANDE PIO ROMANO!
UN UOMO CHE HA CONTRIBUITO (NON POCO...) A MIGLIORARE ED A VELOCIZZARE IL NOSTRO DIFFICILE LAVORO....
RIPOSA IN PACE
203 Bangrazi Antonio - Palestrina
23/09/2015 12:34
E' sempre con commozione, che in questa ricorrenza, ricordo la figura di Pio Romano a cui tanto dobbiamo.
Angelo - Roma
23/09/2015 12:53
Un grande e un grande amico
Mario Simoni - Roma
23/09/2015 15:04
Un grande uomo, un gran lavoratore,geniale e solerte imprenditore,un grande amico per tutti.
biagia abbattista - ROMA
23/09/2015 15:52
GRANDISSIMA PERSONA , DI ELEVATA STATURA MORALE ED INTELLETTIVA. LO RICORDIAMO CON AFFETTO E STIMA. BIAGIA,MASSIMO,BRUNO E MARISA
Stefania - Torino
23/09/2015 16:26
Il suo lavoro, le sue idee ci hanno fatto crescere lavorativamente e umanamente. Una preghiera.
Cartolibreria Lucia D'Ascoli - Nichelino
23/09/2015 16:55
Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo.
Antonio Marchetti - Pontecorvo - FR
23/09/2015 18:00
Da mio padre, che da molto tempo non è più fra noi e che con impegno gestiva la libreria Pellegrini (mia madre), ho imparato ad usare il Catalogo. Oltre la sua utilità, quello che mi colpiva e che leggevo con attenzione, era la sua prefazione nella quale lo stesso Pio esprimeva il suo pensiero da me condiviso. Una preghiera per Lui.
Di Palermo sas - Corleone
23/09/2015 18:33
Quando un'idea diventa un servizio tanto utile alla comunità, Grazie anche a coloro che continuano a crederci
Luigi Romano - Cori
23/09/2015 19:05
Ho seguito il concretizzarsi della grane 'invenzione' di Pio fin dalle prime sue mosse; sicché ho creduto opportuno indirizzare i miei colleghi dirigenti scolastici ad adottare il Romano, magistrale strumento di guida ad evitare madornali errori e rischiose avventure proprio nel periodo di più convulsa attività negli istituti; infine, negli istituti da me diretti sono stati gli stessi insegnanti a sollecitarne l'acquisto ogni anno. Aggiuingo il mio costante ricordo di Pio, unico dei miei molti fratelli che mi è stato concretamente vicino in momenti difficili della mia vita; ma apprezzo come un frutto della sua genialità anche l'aver saputo realizzare il senso di fedeltà alla sua iniziativa nei figli. Bravi; e auguri!
LA MANNA ANTONIO - POLICASTRO B.NO
23/09/2015 19:33
GRAZIE PER AVERCI AIUTATO NEL NOSTRO LAVORO.REQUIESCAT IN PACE.
mauro silvestri - torrenova (me)
23/09/2015 20:07
per quello che ha fatto,sicuramente è stato un grande,ha dato un grandissimo aiuto ai librai che hanno usato il cartaceo prima ed il digitale oggi.Gli eredi ne saranno fieri.
SDN PUNTO OFFICE - FRATTAMINORE
24/09/2015 10:00
Grazie per quello che ha fatto per aiutarci nel nostro lavoro.
Una prece
libreria germinal - 87041 ACRI CS
24/09/2015 14:00
RICONOSCENZA,GRATITUDINE
asino d'oro - torino
24/09/2015 15:04
Grande lavoro e grande precisione . Grazie
marco piazza (libreria Vescovio) - Roma
24/09/2015 16:41
ricordando quasi con nostalgia 40/30/20 anni fa lo sfogliare e consumare incessante dei volumi del catalogo "Romano" mi viene un grande sorriso nel ripensare a Pio o dietro il banco a negozio o al magazzino che nonostante e genialmente avesse facilitato a tutti e continuamente migliorato il metodo di fare la campagna scolastica per tutti noi,coadiuvato in un secondo momento dai figli, restava sempre un umile collega amico di tutti alla stessa maniera, e che mai e poi mai avresti potuto immaginare diversamente dall'uomo onesto e integerrimo che era.
Sergio Barbarossa - Benevento
24/09/2015 18:30
Una persona squisita ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente e scambiare varie opinioni durante un pranzo di lavoro.
GBL - NOCERA INFERIORE
24/09/2015 19:30
Da 29 anni in compagnia prima in edizione cartacea e poi in formato digitale... Grazie, un aiuto veramente indispensabile per il lavoro di tutti i giorni!
Giovanni Di Giugno - Palermo
25/09/2015 08:16
mi sento in dovere di porgere la mia gratitudine ad un uomo che non mi ha piu' fatto fare le ore piccole per ordinare i libri scolastici. grazie
M Ludovica Gamberoni (ex 27) - Osteria Nuova
25/09/2015 16:00
Un ricordo indelebile
Daiana - BFT - Cerreto Sannita
26/09/2015 19:25
Un grande aiuto al nostro lavoro. Grazie
Le Favole di Boscolo Monica - Chivasso
28/09/2015 15:47
Mio marito lavorava nella piccola tipografia dove veniva stampato "il Romano". Un giorno venne a casa e ne portò una copia dicendo che c'erano tutti i testi scolastici, molti dei quali da noi venduti. Scoprimmo così "il Catalogo Romano" ed in seguito il preziosissimo programma Regina ed ora il mitico Pedone. Grazie Pio Romano e un grazie di cuore ai suoi eredi così coraggiosi e che hanno portato avanti il suo sogno aiutando noi sconosciuti colleghi nel nostro lavoro
Marco Romano - Roma
29/09/2015 06:03
Grazie zio Pio per l'affetto che mi hai sempre mostrato e per avermi dato lavoro.Il tempo passa. Non mi sono fermato e adesso le cose vanno meglio perchè sono meglio organizzate. Vado regolarmente al cimitero; la prossima volta ti vengo a trovare. Un abbraccio da quaggiù !
Serra Caterina "PELLERITO" - Terrasini (PA)
30/09/2015 11:19
Un grazie di vero cuore a quest'uomo che non ho conosciuto personalmente ma che grazie alla sua illuminante idea e sopratutto all'impegno dei suoi eredi ci ha permesso di facilitare il nostro lungo lavoro durante la campagna scolastica....RIP
loredana - carini
05/10/2015 11:43
mi sento in dovere di porgere la mia gratitudine ad un uomo che non mi ha piu' fatto fare le ore piccole per ordinare i libri scolastici. grazie
Gabriele - Silvi Marina
09/10/2015 15:34
Da ciò che ho potuto capire è stato " un grande ".